focus

UTP: come gestire i crediti Unlikely To Pay

In ambito bancario, oltre agli NPL, è l’acronimo UTP a suscitare molto interesse: UTP sta per Unlikely To Pay ossia letteralmente “improbabile da pagare”; detto in altri termini, si tratta di crediti catalogati dalle banche come inadempienze probabili.
Vai alla pagina del nostro servizio

Utilizzando come parametro il livello di rischio, gli UTP si trovano più in basso nella classifica rispetto agli NPL, ma presentano invece un livello di rischio maggiore se paragonati alle esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate.

La gestione degli NPL, dato il maggior grado di rischio e il forte impatto sull’economia in generale, sono una priorità ormai da anni per la Banca Centrale Europea. Gli UTP invece, sono emersi solo nell’ultimo anno, conquistando l’interesse degli organi nazionali e sovranazionali.

Gli UTP sono crediti formalmente integri ma che portano con sé un certo grado di rischio poiché il loro adempimento risulta improbabile.

Un NPL, di contro, è un credito che viene classificato dalle banche come inadempienza sicura.

Poichè gli UTP sono lo stadio fetale degli NPL le banche preferiscono non tenerli in pancia; cederli o gestirli prima che diventino crediti deteriorati è la soluzione migliore per contenere il livello di rischio.

Le banche, infatti, stanno seguendo la tendenza di vendere i crediti prima che divengano deteriorati, quando cioè il debitore è ancora potenzialmente in grado di pagare perché nessun procedimento giudiziale si è ancora aperto a suo carico.

In ambito immobiliare infatti, se non è in atto un processo di vendita coattiva dell’immobile, cedere il credito unlikely to pay permette di preservare il valore del bene e risparmiare costi, tempo ed esposizione al rischio.

Che si tratti di cessione del credito o di gestione interna all’istituto, quella che finalmente sembra essere la tendenza è il non lasciare che gli UTP maturino e sconfinino in NPL , ma tentare di recuperare il possibile fintanto che il debitore è ancora considerabile un cliente e non un debitore irrecuperabile.

Come osserva Massimiliano Bertolino (Amministratore Delegato di Frontis NPL) per AziendaBanca.it:

“La BCE ha inviato un messaggio chiaro alle banche: per ridurre il peso delle sofferenze, devono intervenire prima, cedendo i crediti in odore di deterioramento e anticipando la soluzione del problema. Creando, cioè, una nuova tipologia di prodotti finanziari. (…) uno dei problemi degli UTP è che non vengono trattati in modo differente rispetto agli NPL, ed invece, dovrebbero coinvolgere il debitore che non è solo un debitore ma ancora un cliente.”

Quali sono le problematiche nel riuscire a gestire in tempo gli UTP?

La mancanza di un apparato adatto.

In generale le Banche non hanno in seno settori di competenza, capaci di analizzare e comprendere la situazione reale che si nasconde dietro al dato. Oltre ai documenti attestanti il credito, esiste una realtà concreta che sfugge dall’analisi e molto spesso differisce dal dato scritto.

In ambito immobiliare, ad esempio, nella struttura delle banche non esiste un dipartimento che sia in grado di analizzare il valore reale dell’immobile ipotecato o la reale possibilità di recuperare il credito, in questi casi è necessario che l’analisi sia affidata ad esperti per ottenere un quadro completo della situazione debitoria. Ecco che il problema delle asimmetrie informative ritorna.

Se consideriamo infatti che nel caso degli UTP il debitore è in una situazione di difficoltà temporanea, i crediti Unlikely To Pay potenzialmente possono essere soddisfatti non appena la causa della crisi del debitore venga eliminata.

I crediti Unlikely To Pay, inoltre, consentono una gestione più rapida ed efficace concretizzandosi in un’attività di recupero del credito stragiudiziale, a differenza degli NPL che spesso vengono gestiti posteriormente all’avvio di un’attività giudiziale.

Nel quadro di un’ipotetica cessione degli UTP, questi verranno ceduti a servicer ed investitori a prezzi molto più alti rispetto agli NPL poiché la probabilità di riscossione del credito è più alta negli Unlikely che nei Non-Performing.

In questo quadro, anche le banche sono più inclini a gestire gli UTP internamente invece che affidarli a società esterne e riteniamo sia comprensibile dato il livello ancora basso di rischio e la possibilità di recupero ancora discretamente alta.

In entrambi i casi però, ciò che sembra innegabile allo stato dell’arte è che le Banche non sono attrezzate, ancora, ad analizzare i profili debitori e comprendere quali crediti valga la pena gestire internamente e procedere con un effettivo recupero del credito e quali invece, non valga la pena tenere in pancia a degradare, propendendo invece per una cessione a terzi.

Gestire i crediti Unlikely To Pay (UTP)

In ogni caso, rebus sic stantibus, se si vuole gestire e risanare banche e Paese, è necessario che in questa dinamica ci si rivolga a società in grado di analizzare i vari portafogli in pancia alla banca per delineare la reale situazione patrimoniale ed anagrafica delle singole posizioni invi contenute.

Ottenere informazioni investigate consente di avere un dipinto corrispondente alla vera condizione debitoria e suddividere così in cluster differenti in base alla situazione effettiva patrimoniale dei debitori che generano UTP.

La nostra struttura ed esperienza ci ha consentito negli ultimi anni di lavorare massivamente i dati contenuti nei portafogli NPL e UTP, consentendo di ottenere, a monte, una grande quantità di informazioni in tempi molto rapidi e a costi contenuti, nonché, a valle, di svolgere l’effettivo recupero del credito.

Dissezioniamo i portafogli UTP, ne valutiamo la qualità attraverso l’analisi delle condizioni patrimoniali e anagrafiche reali del debitore e recuperiamo concretamente i crediti.

La nostra analisi massiva indaga da vicino il debitore che si nasconde dietro ad un inadempienza probabile restituendo:

• Indirizzi reali (residenze e domicili reali o fittizi, sede di aziende, immobili etc.)

• Utenze telefoniche (intestate e non, per individuare e contattare il debitore)

• Redditi ufficiali e occulti (attività lavorativa, locazioni, negozi giuridici in essere, etc.)

• Altri conti correnti (presso altre banche o Poste)

• Stato di salute/decesso del debitore (per la determinazione dell’effettiva esigibilità del credito)

Solo con queste informazioni è infatti possibile gestire e trarre vantaggio dagli UTP. 

Autore: Jessica Bertazzo