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Stop al denaro contante contro l’evasione fiscale?

L’evasione fiscale è da sempre uno dei maggiori problemi per l’Italia e gli italiani. Si stima che sia di 107 miliardi di euro l’ammontare dei tributi non pagati dagli italiani.
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L’evasione fiscale è da sempre uno dei maggiori problemi per l’Italia e gli italiani. Si stima che sia di 107 miliardi di euro l’ammontare dei tributi non pagati dagli italiani.

Nonostante le numerose leggi di bilancio negli ultimi anni, la lotta all’evasione fiscale non ha prodotto ancora risultati degni di nota.

L’ultima novità, che porta la firma dell’ultimo governo Conte, è l’idea di disincentivare l’uso del denaro contante e di tassare, tra gli altri, bibite gassate e voli aerei.

Non sembra essere della stessa idea Luigi Di Maio che dichiara “Noi abbiamo come obiettivo quello di abbassare le tasse, non di aumentarle. È totalmente sbagliato scatenare un dibattito ogni giorno per parlare di nuovi balzelli”.

È davvero necessario aumentare le tasse o introdurne di nuove? 

La domanda sorge spontanea se si pensa che l’evasione fiscale non è perpetrata solo da persone in difficoltà economica; ma da parte di quel sostrato sociale che si rifiuta di pagare per avere di più. 

Evasori per necessità o per opportunità?

Da una statistica dell’osservatorio 2018 della Federazione Nazionale Commercialisti risulta che:

  • il 54,2% degli evasori sono ditte individuali, professionisti e società;
  • il 45,8% sono tutti gli altri contribuenti, di cui l’80% sono lavoratori dipendenti e pensionati.

La proposta: tassa del 2% sui prelievi al bancomat 

Gli italiani non sono propensi ad effettuare pagamenti elettronici: siamo agli ultimi posti in termini di pagamenti con carta di credito e bancomat negli esercizi commerciali.

La soluzione allora potrebbe davvero essere quella di modificare il modo in cui gli italiani fruiscono del denaro: disincentivando l’uso del contante e rendendo più agevole l’utilizzo di carte di credito e bancomat.

Una delle proposte del Governo è dunque quella di tassare del 2% i prelievi di denaro contante superiore ai 1500 euro.

Potrebbe essere una soluzione all’evasione fiscale per chi maneggia mensilmente cifre considerevoli oppure un metodo per controllare le finanze dei consumatori?

Non lo sappiamo. Quello che è certo è che il denaro contante che sfugge al Fisco in Italia, ammonta a 200 miliardi.

Di pari passo, l’utilizzo di cartamoneta in contante, facilita non solo l’evasione fiscale, ma anche il lavoro in nero e i falsi poveri che risultano nullatenenti (stando al conto in banca) ma che di fatto sono benestanti.

Sulla destra, una statistica sull’utilizzo dei pagamenti elettronici in Italia, comparato con altri paesi:

Come possiamo notare se l’utilizzo della carta, invece del contante, fosse davvero l’antidoto contro l’evasione, i due grafici sarebbero speculari: certo, il pagamento con pos, sia per chi paga, sia per chi riceve il pagamento, riduce drasticamente la possibilità di evadere grazie alla tracciabilità che l’utilizzo della carta porta con sé.

Educazione all’onestà

Non ci si illuda però che disincentivare (o peggio, vietare) l’utilizzo del contante sia la soluzione per tutti i mali del paese (evasione fiscale e riciclaggio di denaro sporco tra tutti); quello che risulta indispensabile a ben vedere, non sono nuovi divieti o nuove tasse, bensì nuovi controlli e migliori indagini ma, prima di tutto… l’educazione all’onestà.

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Autore: Jessica Bertazzo